Dove finisce l’umano?

Dove finisce l’umano?

Nel corso di circa centocinquantamila anni, l’uomo ha creato arte, conoscenza, tecnica e, nelle varie epoche, la riflessione filosofica e scientifica ha permesso uno sviluppo sociale e un’evoluzione culturale unica nella nostra specie; dopo l’Otto e il Novecento, i secoli della Chimica e della Fisica, ci troviamo ora nel secolo della Biologia, una scienza della sintesi del vivente.

La scienza studia i cambiamenti attorno all’uomo legati soprattutto alle nuove dimensioni della corporeità umana grazie all’avvento delle nuove tecnologie. I filosofi e gli scienziati prospettano un passaggio dal corpo umano al corpo postumano, quindi la fine della dicotomia uomo-macchina, preceduta dalla fine di quella uomo-animale. Tuttavia la progressiva scomparsa dell’essere umano dalla scena non riguarda solo il cambiamento del corpo a causa della tecnologia, ma ha un panorama di riferimento molto più ampio che coinvolge l’uomo in diversi campi d’azione.

Iniziamo la nostra riflessione parlando del Novecento, il secolo più veloce e contraddittorio per molti aspetti: il saggista italiano Marco Ravelli, lo definisce il «secolo degli opposti», perché mette in rilievo lo scontro tra il progresso, dettato dall’utopia, e la distruzione che l’uomo mette in atto verso se stesso. Il filosofo Bauman sostiene che la società novecentesca sia «liquida», poiché l’uomo fatica a riconoscersi in una forma specifica: nella cultura novecentesca subentrano i concetti di alterità e molteplicità e quindi si modificano gli orizzonti del pensare e dell’essere. L’avvento della cultura postomderna, produce un profondo mutamento socio-culturale, che porta tendenze all’insegna della provvisorietà e dell’instabilità. Il Postumanesimo filosofico s’inserisce in questa visione pluralistica, in quanto l’uomo è visto nell’ottica di essere astratto e decostruito radicalmente: non è ricostruito come nozione singolare o gerarchica, ma plurale.

Il progetto ha come fine quello di presentare la tematica del Postumano nel campo della Letteratura Italiana contemporanea e dell’arte, in un arco cronologico che va dal Novecento agli anni Duemila. Partendo dalle radici filosofiche della tematica postumana, studiate da Rosi Braidotti, Roberto Marchesini e Francesca Ferrando, ci addentreremo nelle opere letterarie di secoli diversi, ma che in fondo hanno lo stesso obiettivo: presagire che l’uomo verrà distrutto dal mondo che lo circonda e non sarà più in grado di rialzarsi.

Quale sarà, quindi, il destino che avrà l’essere umano, in un futuro non tanto futuro?